Scambi linguistico-culturali all’estero tra concittadini, 2ª edizione

Un progetto teso a rafforzare i rapporti con le Comunità, a diffondere la propria cultura e a conoscerne di nuove approfondendo al contempo la conoscenza di una lingua straniera in un ambiente protetto e familiare.

 

Grazie alla collaborazione fra la Segreteria di Stato Istruzione e Cultura e il Dipartimento Affari Esteri anche nel 2018, così come avvenuto nel 2016, è stato possibile realizzare il progetto di Scambio linguistico-culturale con le Comunità dei Sammarinesi all’Estero.

 

Un’iniziativa importante dal punto di vista culturale, formativo e sociale che ha coinvolto 4 ragazzi (2 residenti a San Marino, 1 residente negli Stati Uniti e 1 residente in Argentina). L’esperienza, iniziata in agosto presso la comunità argentina di Cordoba con il soggiorno di una delle due partecipanti sammarinesi, proseguirà nel periodo natalizio con la visita della seconda ragazza presso la famiglia statunitense e si concluderà la primavera prossima quando i due sammarinesi residenti in Argentina e negli Stati Uniti verranno ospitati dalle due famiglie residenti in Repubblica.

 

Di seguito riportiamo la testimonianza del viaggio appena conclusosi in Argentina di L. che ha voluto, con la spensieratezza dei suoi 16 anni, raccontarci così la sua esperienza:

 

All’inizio ero un po’ spaventata all’idea di affrontare da sola un viaggio così lungo. Guardavo il mappamondo e mi rendevo conto che la distanza fra la nostra piccola Repubblica e l’immensa Argentina era veramente notevole. Avevo già avuto la possibilità di fare un viaggio oltre oceano, negli Stati Uniti, ma era un po’ diverso, allora avevo viaggiato con i miei genitori e con mio fratello e per ogni evenienza c’erano loro. Questa volta invece potevo contare solo su me stessa e, sebbene mia mamma mi avesse assicurato che sarei stata in buone mani, l’ansia non accennava a diminuire. 22 ore di aereo, un cambio, 5 ore di fuso orario ed eccomi atterrata a Rosario. Ad accogliermi c’era il freddo dell’inverno argentino e German, il mio “papà adottivo”, il quale, con la sua gentilezza e il suo sorriso, mi ha fatto subito sentire a mio agio. Da quel momento l’ansia è sparita e ha lasciato spazio alla voglia di conoscere, vedere e scoprire.

In quei 20 giorni ho avuto il piacere e l’onore di conoscere persone fantastiche, semplici e gioiose. Tutti, e dico proprio tutti, hanno fatto del loro meglio per farmi star bene e per non farmi sentire la nostalgia di casa. In primis German e la sua famiglia: Silvina la moglie, Ana la mamma, Mia sua figlia e Gino il mio nuovo “fratello”. Con loro sin da subito mi sono sentita come a casa e non è stato difficile abituarsi alle loro abitudini e ai loro ritmi.

 

Appena arrivata ho potuto visitare la città di Rosario di cui ricordo con entusiasmo i vivaci colori che caratterizzano ogni quartiere e gustare una deliziosa colazione lungo le sponde dell’immenso fiume Paranà, sono seguite due ore di auto fino a General Baldissera, un’abbondante cena  a base di buonissima carne e un buon riposo.

 

Il giorno seguente ho iniziato a frequentare la scuola superiore di General Baldissera. All’ingresso sono stata accolta dagli insegnanti e da alcune ragazze che sarebbero state le mie compagne di classe per tre settimane. Mi è stata regalata la maglietta che fa parte della divisa indossata dagli studenti dell’istituto e subito dopo ho partecipato alla mia prima lezione. Ricordo che la prima cosa che mi ha colpito è la loquacità dei professori, i quali si dilungano volentieri a parlare con gli studenti di questioni che non sono prettamente inerenti alla materia che insegnano. La seconda cosa che mi è piaciuta della scuola in Argentina è che i giorni di lezione vanno dal lunedì al venerdì J. Un aspetto non proprio esaltante era, invece, il suono della campanella di inizio lezioni alle 7 del mattino L. Le lezioni erano di soli 40 minuti e quindi le spiegazioni e gli interventi degli insegnanti erano molto stringati ed essenziali. Un fatto che mi ha stupito parecchio è l’assenza dei libri di testo. Essendo infatti i libri molto costosi i ragazzi lavorano con le fotocopie o studiano sugli appunti presi a lezione.

 

General Baldissera è un paesino piuttosto piccolo, solo 3.000 abitanti, ma è provvisto di tutti i servizi. È tranquillo e sicuro e ci si sposta a piedi facilmente e velocemente. Un ambiente così piccolo mi ha permesso di conoscere parecchie persone in poco tempo e il fatto di poter contare sulla presenza e sulla compagnia della comunità locale mi ha aiutato moltissimo.

A General c’è la Società Italiana, frequentata ovviamente da figli e nipoti di migranti italiani e dove viene organizzato anche un corso di lingua italiana. Lì l’accoglienza è stata insuperabile, veramente unica! Tutti curiosi di sapere, disponibili ad aiutarmi e ad ascoltare ciò che provavo a spiegare con il mio semi-incomprensibile spagnolo.

 

In famiglia non mi annoiavo mai. Trovavo sempre il modo per tenermi occupata. Chiacchierando con la fantastica Ana, giocando con la piccola Mia o aiutandola con i compiti, ascoltando musica con Gino e i suoi amici. Abbiamo poi trascorso una bellissima giornata a Cordoba. Che città affascinante! Così atipica nella sua contrapposizione architettonica fra nuovo e vecchio e così ricca d’arte.

 

Inoltre ho avuto modo di conoscere il sindaco di General Baldissera, il Governatore della provincia di Cordoba e sono perfino stata intervistata in una radio locale! Ho anche partecipato alla festa di compleanno dei 15 anni di una mia compagna di classe. E mi sono sentita molto onorata nell’essere invitata, perché il 15° compleanno in Argentina è vissuto come un momento fondamentale della vita di una persona e quindi considerato importante quanto i nostri 18 anni. Normalmente la festa consiste in una cena molto ricca a cui segue una nottata in discoteca che si conclude all’alba.

 

Infine non posso fare a meno di ripensare a tutti i pomeriggi passati a passeggiare e a chiacchierare con le amiche gustando un caldo Mate, alle cene a base di asado, tortellinis, gnocchi ripieni e piadina romagnola (fatta da me!!) a cui partecipavano 15/20 persone, o alle serate in discoteca e una lacrima di commozione mista a malinconia attraversa il mio viso, permettendomi solo di pronunciare un imperfetto ma sincero Gracias a Todos.

 

Grazie per la bellissima esperienza, grazie per avermi fatto scoprire un mondo nuovo, grazie per avermi fatto diventare un po’ più grande e grazie per avermi dato la possibilità di far conoscere San Marino nel mondo.

Adesso tocca a te Gino …. Io e la mia famiglia ti aspettiamo a braccia aperte!

ricevuto da Comunità Sammarinese Dell’Argentina Centrale
Mitre 345, General Baldissera. Córdoba. Argentina.
Pte: Germán Tura.

 

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